22.5.14

-a Berlino diventa giorno presto.

Rischio di non andarci proprio a dormire.
tra due ore e mezza devo essere in piedi.
sto asoltando per l'ennesima volta "wait" e sto aspettando chissà cosa.
alzo il volume.
vado di là.
provo ad immaginarmi.
preparo pancake.
latti schiumosi.
panini con la marmellata.
aspetto che il cielo diventi completamente chiaro.




l'alba è più magica del tramonto.
inutile spiegare il motivo.
ho di là una bambina abbandonata a se stessa.
me ne sto prendendo cura come se fosse mia figlia.
fa tenerezza a tutte.
tutti.
la Cate anche si offre mamma per alcune ore.
sua madre ora non c'è.
ci siamo noi.
tutti.
gli amici.
mio figlio che ora è un fratellino.
anche la piccola T. aspetta.
chissà cosa.
prima piangeva.

temevo un incubo.
era solo seduta ai piedi del letto.
forse scivolata lentamente da quel letto morbido e basso.
l'ho abbracciata per una manciata di minuti scarsi e lei era di nuovo nei sogni.
piccola T. la Sere ti augura il meglio e questa sera, con Cate, spera di aver fatto la cosa giusta.
a me non mi perdi.
e nemmeno al tuo amico V.
domani vi porto ad un pick-nick, bimbi.
siate felici.
Berlino è bella e vi sta regalando tanto sole.
vi voglio bene.
la mamma è stanca.
passa le ore ad ascoltare la musica di uno che da grande vuole fare il giornalista musicale e che, ultimamente, la sta confondendo un po'.
in bene.
si sta bene.
si fanno le cose dell'inizio.
ci si bacia.
si fanno piccoli progetti per l'estate che è qui dietro le nostre schiene.
si mangiano cose seduti ovunque e si parla di libri belli e pezzi di storia che, chi non sa, tratta in modo banale.
bambini, fate tanti sonni belli.
domani c'inventiamo un gioco bello.

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